2025: L’anno in cui l’AI diventerà… un po’ prevedibile!

2024 ci ha insegnato una cosa: fare previsioni sull’AI è come cercare di indovinare il finale di una serie Netflix. Quando pensi di aver capito tutto, arriva un colpo di scena… e magari è pure deludente. Ma hey, siamo alla fine dell’anno, quindi perché non provare a immaginare cosa ci riserverà il 2025? Potrebbe essere l’anno in cui l’AI smetterà di fare la diva e inizierà finalmente a lavorare sul serio.

Addio stupore: l’AI diventa pratica (e un po’ noiosa)

Diciamolo chiaro: chiedere all’AI di scrivere poesie o dipingere quadri è ormai come applicare i filtri su Instagram. Tutti lo fanno, nessuno si sorprende più, e i risultati sono sempre un po’ prevedibili. Nel 2025 la vera rivoluzione sarà questa: l’AI scenderà dal palco e si rimboccherà le maniche per fare cose pratiche e, diciamolo, anche un po’ banali. Tipo organizzare email, catalogare documenti o aiutarti a ritrovare quel file che giuri di aver salvato “da qualche parte”. Apple lo promette con Apple Intelligence, ma anche gli altri big del settore – OpenAI, Microsoft e compagnia – puntano nella stessa direzione.

L’AI smetterà di essere “magica” per diventare utile, una sorta di assistente invisibile che risolve i problemi dietro le quinte. Un po’ come scoprire che la vera gioia della vita non è mangiare sushi tutte le sere, ma avere qualcuno che si ricorda di comprare la carta igienica. Certo, con un piccolo disclaimer: nella vita vera, partner o coinquilini, il lavoro va condiviso. Con l’AI? Lasciateglielo pure fare tutto.

Arrivano gli “agenti segreti” dell’AI

La novità più cool del 2025? Gli agenti AI, veri e propri maggiordomi digitali che non si limitano a rispondere alle domande, ma agiscono per conto nostro. Immagina un assistente che organizza la tua agenda, ordina il regalo di compleanno dimenticato e prenota il ristorante per l’anniversario (anche quello che avevi scordato). Bello, no? Il rischio, però, è che diventino più efficienti di noi nel gestire la nostra vita… e questo potrebbe essere sia una benedizione che una minaccia.

Ovviamente, anche questi agenti non saranno perfetti. Potrebbero confondere “porta il gatto dal veterinario” con “porta il veterinario dal gatto” o commettere errori che ci faranno rimpiangere i vecchi tempi del fai-da-te. Insomma, un po’ come quei maggiordomi pasticcioni nei romanzi di P.G. Wodehouse: utili, ma ogni tanto capaci di combinare disastri.

La normalità dell’AI: meno wow, più praticità

Nel 2025 vedremo l’AI eccellere in alcune cose e fallire miseramente in altre. I modelli linguistici saranno ancora più avanzati, ma continueranno a non capire le barzellette. Gli assistenti virtuali diventeranno più veloci, ma ogni tanto si incepperanno come una vecchia Panda in salita.

E la creatività? Sì, l’AI scriverà libri, comporrà musica e disegnerà immagini, ma avrà sempre quel tocco artificiale che ci farà dire: “Carino, ma si vede che l’ha fatto un computer”. Tipo quei dolci con i dolcificanti: buoni, ma mai come il vero zucchero. Se non ci credi, prova a mangiare qualcosa di davvero fatto a mano… poi ne riparliamo.

Quando la rivoluzione non fa più notizia

La cosa più sorprendente del 2025? Sarà la mancanza di sorprese. L’AI diventerà parte della nostra quotidianità, come lo smartphone o il Wi-Fi. Essenziale, ma niente di emozionante. E forse è proprio questo il segno della sua maturità: quando smette di stupirci per iniziare a funzionare come ci aspettiamo.

Ci arrabbiamo se il Wi-Fi salta mentre guardiamo Netflix, no? Bene, presto ci lamenteremo se l’AI non trova quel file al primo colpo o se confonde il nostro nome con quello del nostro collega. È l’epoca delle commodity: prima internet era magia, ora è un servizio che deve andare e basta.

Baristi e caffè: l’AI ha ancora molto da imparare

E per quanto riguarda i posti di lavoro? Difficile fare previsioni certe, ma una cosa è sicura: l’AI ci porterà a ripensare molte professioni, trasformandone alcune e rendendone obsolete altre. Un po’ come il pret-à-porter ha cambiato il mondo della sartoria. Ma almeno per il 2025, possiamo tirare un sospiro di sollievo: i baristi umani non hanno nulla da temere. L’AI non sa ancora fare un caffè decente. Però chi può dirlo? Magari è solo questione di tempo.

Fonte Macitynet.it

Foto di Kohji Asakawa da Pixabay

   10:45     04 Gennaio 2025