Anthropic dice no ai testi delle canzoni per Claude: scelta etica o limite creativo?
Anthropic e i testi delle canzoni: tregua legale, ma lo scontro continua
Anthropic ha deciso di non utilizzare più i testi delle canzoni di otto importanti case discografiche per l’addestramento del suo modello di intelligenza artificiale, Claude. Questa mossa arriva come parte di un accordo che, almeno per ora, mette un freno alla disputa legale scatenata dalle major. Tuttavia, il caso non è ancora chiuso: il contenzioso proseguirà, e la startup californiana potrebbe ancora giocarsi le sue carte in tribunale.
Copyright e AI: il nodo della questione
Le otto case discografiche – tra cui Universal Music Group (UMG), Concord e ABKCO – avevano avviato una causa contro Anthropic nell’ottobre 2023. Secondo le accuse, la startup avrebbe usato testi coperti da copyright senza ottenere alcuna licenza. La situazione è diventata ancora più calda nell’agosto 2024, quando le major hanno chiesto un’ingiunzione preliminare per fermare l’uso improprio del materiale. Anthropic ha contestato, sostenendo che non era stato dimostrato alcun danno irreparabile tale da giustificare l’ingiunzione.
Il punto centrale? Quando un utente chiede a Claude di generare i testi di una canzone, il chatbot può restituire una versione quasi identica all’originale. Le case discografiche non ci stanno: il fatto che i testi siano disponibili online non significa che siano di pubblico dominio o utilizzabili senza autorizzazione.
L’accordo: cosa cambia?
Secondo l’intesa raggiunta, Anthropic continuerà a utilizzare filtri per impedire a Claude di mostrare i testi dei brani musicali su richiesta degli utenti. Questi filtri saranno estesi anche ai futuri modelli, e le case discografiche avranno la possibilità di segnalare eventuali violazioni. In questi casi, Anthropic sarà tenuta a intervenire per migliorare i meccanismi di blocco.
È importante sottolineare che l’accordo non rappresenta un’ammissione di colpa da parte di Anthropic. Tuttavia, le richieste delle case discografiche restano sul tavolo: quasi 75 milioni di dollari di risarcimento e la distruzione di tutti i dati musicali usati per addestrare Claude. Una cifra che evidenzia quanto sia alto il prezzo da pagare per questi scontri legali tra AI e copyright.
Cosa ci dice questa storia sul futuro dell’AI?
Questa vicenda è solo una delle tante che stanno emergendo nel complicato rapporto tra intelligenza artificiale e proprietà intellettuale. L’industria musicale sta cercando di proteggere i propri diritti in un mondo in cui l’AI diventa sempre più potente, mentre startup come Anthropic si trovano a navigare tra innovazione e limiti legali.
Una cosa è certa: nel 2025, il dibattito sul copyright nell’era dell’intelligenza artificiale sarà più acceso che mai. Anthropic ha fatto una promessa, ma resta da vedere come evolverà il confronto tra creatività, tecnologia e diritto.
Fonte Punto Informatico
Foto di Felix Martinez da Pixabay