OpenAI si lancia nella robotica: le nuove posizioni aperte svelano la prossima sfida
OpenAI e la nuova frontiera della robotica: si punta ai robot generalisti e umanoidi
OpenAI ci ha abituato a scelte sorprendenti, e questa volta non fa eccezione. Dopo aver chiuso il suo dipartimento di robotica in passato, ora lo rilancia con obiettivi ambiziosi. Grazie ad alcuni post social del direttore hardware Caitlin Kalinowski e a nuove offerte di lavoro pubblicate recentemente, iniziamo a intravedere i suoi piani futuri.
Robot personalizzati con un tocco unico
Secondo Kalinowski, arrivata a OpenAI da Meta per guidare l’hardware dell’azienda, il nuovo obiettivo è chiaro: sviluppare robot propri, con una suite di sensori completamente personalizzata. L’annuncio, pubblicato su X (ex Twitter), mette in evidenza il desiderio di OpenAI di creare robot “adattivi e versatili”, capaci di operare in ambienti reali con intelligenza quasi umana.
Ma non è tutto: il team sta anche progettando nuovi sensori e componenti computazionali su misura per questi robot, che saranno alimentati dai potenti modelli di AI sviluppati internamente.
Un progetto ambizioso: dai prototipi alla produzione su larga scala
Dai dettagli delle offerte di lavoro, emerge un piano molto più grande di quanto sembri. OpenAI non si limita a sperimentare: vuole portare i suoi robot a una produzione su larga scala. Gli annunci cercano ingegneri specializzati nella progettazione di sistemi destinati a volumi elevati, con cifre impressionanti (1 milione di unità!).
Tra le righe si intuisce anche un particolare intrigante: i robot di OpenAI potrebbero avere arti mobili, suggerendo un possibile sviluppo verso robot umanoidi. Non a caso, si vocifera che OpenAI stia valutando la creazione del proprio robot umanoide, un progetto che, se realizzato, rappresenterebbe un passo avanti epocale per il settore.
Robotica: un settore caldo ma pieno di sfide
Il mercato della robotica è in fermento. Secondo Crunchbase, nel 2022 il settore ha attirato investimenti per oltre 6,4 miliardi di dollari, con start-up e grandi aziende impegnate in nicchie specifiche.
Da un lato, realtà come Bright Machines e Collaborative Robotics stanno rivoluzionando la produzione in fabbrica. Dall’altro, nomi come Carbon Robotics, che ha creato robot intelligenti per la sarchiatura, e Bear Robotics, con i suoi robot mobili per ristorazione, stanno ridefinendo l’uso della robotica in contesti quotidiani.
E poi ci sono loro, i robot umanoidi. Aziende come X1 e Figure, supportate da OpenAI, stanno puntando su robot che imitano i movimenti umani. Anche se il sogno dei robot umanoidi prodotti in massa sembra sempre più vicino, il passato insegna che le sfide tecnologiche e i costi di produzione non sono affatto banali.
Non solo robot: OpenAI punta all’hardware
La robotica non è l’unico campo in cui OpenAI sta investendo. Il leggendario designer Jony Ive, ex Apple, sta collaborando con l’azienda per sviluppare un dispositivo hardware innovativo, mentre si vocifera che OpenAI stia progettando anche un chip personalizzato per ottimizzare l’esecuzione dei suoi modelli AI.
Cosa aspettarsi?
Se i piani di OpenAI andranno in porto, il suo team rinato di robotica potrebbe rivoluzionare il settore. Dai robot generalisti a quelli umanoidi, fino alla produzione su larga scala, OpenAI sta mirando a portare l’intelligenza artificiale fisicamente nelle nostre vite.
Le sfide sono tante, ma il potenziale è immenso. Riuscirà OpenAI a trasformare la robotica in qualcosa di accessibile e scalabile? Solo il tempo ce lo dirà, ma una cosa è certa: il futuro della robotica non è mai stato così interessante.
Fonte Punto Informatico
Foto di Pete Linforth da Pixabay